venerdì 27 settembre 2013

Intervento dei COBAS alla Conferenza dei Sindaci dell'AATO di Genova



Buongiorno al Presidente dell'AATO e a tutti i Sindaci presenti,
innanzitutto mi presento: sono Andrea Tosa ed ho chiesto di intervenire in qualità di dirigente della Organizzazione Sindacale Confederazione COBAS della Liguria.
Per prima cosa voglio ringraziare per la possibilità di intervenire a questa assemblea, senza peraltro
fare a meno di rammentarvi che le sedute della Conferenza dei Sindaci devono essere pubbliche (vedi
art. 38 c. 7 del T.U. Enti Locali) e che quindi la normativa, almeno oggi, è stata applicata: bene, ma
vorremo lo fosse sempre perché pensiamo che la trasparenza sia uno di quei principi ineludibili in una società democratica e partecipata. E' peraltro evidente che non vogliamo solo fare un interventi di pochi minuti e poi uscire tranquillamente dalla sala e lasciare che voi - a porte chiuse- decidiate tranquillamente senza nessun "controllo"; la trasparenza e la partecipazione sono principi cui informare sempre - e non solo saltuariamente - il proprio agire.
Avevo qui scritto una considerazione che però ora non farò alla luce della decisione che pochi minuti fa avete assunto: quella non solo di consentire interventi di Comitati e Associazioni, ma anche di consentire di assistere a tutta la riunione. Considero positivo questo atto, ma voglio però puntualizzare che non si tratta di un atto di "generosità" ma di una applicazione di norme d legge e regolamentari.
Spero vivamente di sbagliarmi ma purtroppo penso che sarà, ma questo dipende anche da voi e dalle decisioni che assumerete, l'unico ringraziamento che farò a questa Assemblea.
Il Sindacato COBAS che io qui rappresento non è solo portatore di interessi diffusi in quanto rappresentante dei lavoratori, ma anche in quanto rappresentante dei cittadini in generale.
Per chi non ci conosce non siamo solo una organizzazione puramente sindacale, ma ci facciamo carico, con le nostre forze, di interpretare esigenze più generali che posso definire "di cittadinanza" ed in primo luogo di "difesa dei beni comuni".
E quale "bene comune " è più importante dell'acqua? Nessuno.
All'art.2 del nostro statuto sta infatti scritto che siamo e agiamo "contro il dominio del profitto e la mercificazione generalizzata della società".
E' per questo che siamo stati e continuiamo con convinzione ad essere parte di quel grandissimo Movimento che a partire da Comitati, Associazioni e singoli di ogni appartenenza sparsi in tutto il Paese ha negli scorsi anni costituito Il Forum Acqua Pubblica che ha dato vita ad un straordinaria mobilitazione popolare prima con la raccolta di firme (430 mila) per una Legge di iniziativa popolare (peraltro mai neppure discussa dal Parlamento), quindi la Proposta di referendum con oltre 1 milione di adesioni.
Come tutti sapete tutto ciò ha portato all'eccezionale risultato referendario del 13 giugno 2011 quando oltre 27 milioni di elettori (la maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto, cosa mai avvenuta prima; non solo: erano oltre 20 anni che nessun referendum aveva raggiunto neppure il quorum...) hanno scelto di votare SI' ai 2 quesiti: 1) contro la privatizzazione di tutti i servizi pubblici locali (e quindi non solo acqua, ma per es. anche trasporti e rifiuti 2) contro la c.d. "remunerazione del capitale" (cioè il "profitto")per quanto attiene il servizio idrico integrato.
L'acqua è quindi considerata dai cittadini italiani, supportati anche da importanti decisioni dell'Onu e dell'OMS, un bene primario per tutta l'umanità, il "bene comune" per eccellenza.
E' del tutto evidente quindi che su sulla gestione del servizio idrico NON DEVE quindi realizzarsi alcuna forma di profitto.
Ad oggi sono passati più di due anni da quello straordinario risultato referendario e non è più tempo di discutere i contenuti del referendum.
Si poteva fare prima, ora è legge e bisogna solo applicarla.
Una legge più forte delle normali leggi approvate dal Parlamento, perché voluta direttamente dal sovrano, il popolo. Tanto è vero che il Parlamento il giorno dopo può abrogare o modificare una sua legge. In questo caso invece non è possibile nemmeno al Parlamento modificare la norma uscita da un referendum per un tempo di almeno 5 anni.
Il Consiglio di Stato con il suo parere del 15 gennaio 2013 ha confermato che il referendum è immediatamente applicabile, e quindi che l'argomento portato il 18/10/2011 da questa Conferenza, era insussistente. Come Il Forum dell'Acqua , e noi, sostenevamo.

Altra sentenza cui fare riferimento sempre in questa direzione è quella del Tar Toscana del marzo 2013.
Inoltre qui vicino a noi lo scorso 6 agosto c'è stata la sentenza del Giudice di Pace di Chiavari che aa accolto il ricorso di una cittadina che con assoluta determinazione ha chiesto nient'altro che il rispetto del referendum che ha - lo ripeto - valore di legge. Notate bene: la Giudice di pace ha riconosciuto il rimborso dell'intero 22% sulla tariffa, così come richiesto, senza detrarre gli "oneri finanziari"
E' inutile affermare che in fondo si tratta solo di una sentenza di un Giudice di pace. Quella sentenza si basa sul pronunciamento, ben più autorevole, del Consiglio di Stato, ne è un'applicazione.
Dopo oltre due anni non ci sono più scuse.
Conosciamo e capiamo benissimo le pressioni fortissime che Iren e i suoi padrini politici esercitano su di voi. Sono in ballo grossi interessi.
Ma anche i comuni cittadini sono in difficoltà. Sono stufi di essere spremuti come limoni, mentre la grande finanza non ha pagato e non paga niente, niente viene fatto contro di essa, anzi tutto viene fatto per mantenere i suoi privilegi; i suoi furti sono considerati "legittimi".
Gli Stati si sono svenati per salvare le banche con migliaia e migliaia di miliardi di dollari. Tutto ricade sulle spalle dei comuni cittadini, mentre chi ha rubato va a casa con liquidazioni milionarie e pensioni da capogiro.
Gli errori imprenditoriali di Iren dovremmo forse pagarli noi, con le bollette dell'acqua? E poi ci si riempie la bocca con concorrenza, mercato, merito.
Nel 2012 Mediterranea delle Acque ha realizzato un utile netto di oltre 18 milioni, mentre la Corte Costituzionale ha sentenziato che scopo del referendum era di rendere estranea la gestione dell'acqua alle logiche del profitto.
Gli amministratori locali hanno inoltre negli anni compiuto anche scelte vergognose ed incredibili; mi riferisco alla città di Genova dove nel 2003 la C.A. guidata dal sindaco Pericu ha addirittura venduto le dighe del Brugneto Valsoci: una roba scandalosa !!!
Il referendum ora è legge, ma si continuano a fare profitti sull'acqua, eccome!
Come mai? Perché tutto questo è stato e viene permesso anche con la responsabilità dei Sindaci?
Ognuno di voi rifletta bene sulle responsabilità che oggi è chiamato ad assumersi.
Voi Sindaci siete la prima istanza istituzionale cui si rivolgono i cittadini e non potete tirarvi fuori senza assumervi la responsabilità di applicare una norma.
Sempre più spesso si parla di "antipolitica" ma questo, secondo me, è un termine sbagliato: i cittadni vogliono un' "altra politica", e chiedono democrazia, trasparenza e partecipazione.
Noi siamo qui oggi, e lo saremo al di fuori di qui insieme ai cittadini ed ai Movimenti, per ricordarvi che dovete applicare ed obbedire alla legge.
All'inizio ho detto che temevo che il ringraziamento appena fatto fosse l'unico; lo ripeto: spero di sbagliarmi e vorrei potermi rallegrarmi con voi e ringraziarvi al termine di questa assemblea , ma dipende solo da voi e dalla decisione che assumerete
Anche se in grave ritardo siete ancora in tempo per applicare ed obbedire alla legge: FATELO !!
Grazie.
Andrea Tosa
Attivista a 5 Stelle

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